L’Algeria, una delle nazioni più influenti del continente africano, sta adottando una politica interna ed estera che merita un’analisi approfondita, soprattutto per le sue ripercussioni sulla cooperazione interafricana e sui rapporti con l’Europa. Tuttavia, la dipendenza energetica di molti Paesi, tra cui l’Italia, impedisce un dibattito serio e aperto su tali questioni. L’Italia, ad esempio, sembra non affrontare in maniera diretta la situazione dei cristiani in Algeria, né considerare attentamente il destino dei proventi derivanti dagli idrocarburi. Questi, infatti, finiscono spesso per essere impiegati in acquisti dalla Russia, contribuendo indirettamente al finanziamento della guerra in Ucraina.
In ambito panarabo e interafricano, la politica algerina sta assumendo connotati sempre più problematici. L’Algeria, dopo aver fallito nell’ottenere un seggio nel Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana, sembra rispondere con una strategia di delegittimazione di questa istituzione fondamentale. Il rischio di una nuova disillusione politica ha spinto il governo algerino a mettere in atto una diplomazia che, piuttosto che promuovere la cooperazione interafricana e incentivare partenariati vantaggiosi per tutti, privilegia una logica di contrapposizione che poco ha a che vedere con una sana diplomazia panaraba.
Questa impostazione mina la credibilità dell’Unione Africana e ostacola gli sforzi di integrazione e collaborazione all’interno del continente. Invece di adottare un atteggiamento proattivo volto a rafforzare l’unità africana e ad affrontare le sfide comuni – quali la sicurezza, lo sviluppo economico e la stabilità politica – l’Algeria si sta focalizzando su dinamiche di potere che rischiano di acuire le divisioni.
L’Unione Africana rappresenta un’opportunità unica per il continente di costruire un futuro basato sulla cooperazione e sulla crescita condivisa. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo, è essenziale che gli Stati membri abbandonino strategie di sabotaggio istituzionale e adottino politiche volte alla stabilità e alla prosperità comune. L’Algeria, con il suo peso politico ed economico, ha il potenziale per essere un attore chiave nella costruzione di un’Africa più integrata e collaborativa. Ma affinché ciò avvenga, è necessario un cambiamento di rotta nella sua diplomazia, che deve privilegiare il dialogo e la cooperazione piuttosto che la contrapposizione e l’isolamento.
La politica interna ed estera dell’Algeria merita un’analisi più critica e un dibattito più ampio. L’Italia e l’Europa devono affrontare con maggiore lucidità e responsabilità le implicazioni delle loro relazioni con questo Paese, bilanciando gli interessi economici con la necessità di promuovere la stabilità, la cooperazione e il rispetto dei diritti umani in Africa e nel Mediterraneo.
Marco Baratto