Martedì 2 ottobre l’associazione RIEP, in collaborazione con l’ONG FWN, ha riunito eminenti personalità per un panel dedicato alla lotta all’immigrazione clandestina. Tra i partecipanti, il Khalif di Bambilor Thierno Amadou BA, Marco Baratto e Padre Nicola Diéne hanno portato le loro prospettive su soluzioni sostenibili per rispondere a questo complesso fenomeno. L’incontro ha messo in luce un tema cruciale: quello di “incoraggiare i giovani a non emigrare ogni volta”, tema al centro del discorso del Khalif, che ha invocato la riconciliazione dei giovani africani con la loro terra natale.
Nel suo discorso, Thierno Amadou BA ha insistito su un dovere che spesso viene ignorato: il diritto di rimanere nel proprio paese, di costruire una vita stabile e prospera. Secondo lui, l’emigrazione in sé non è il problema; è l’emigrazione forzata, nata dalla disperazione e dalla mancanza di prospettive, che spinge tanti giovani africani a rischiare la vita in cerca di un futuro migliore altrove.
Il Califfo ha sottolineato che l’Africa è piena di ricchezze, sia naturali che umane. Tuttavia, la mancanza di accesso alle risorse necessarie per sfruttare queste ricchezze costringe i giovani a cercare opportunità altrove. “Dobbiamo trasformare questa dinamica”, ha detto, chiedendo un rinnovamento economico e sociale del continente.
Per invertire questa tendenza, *Thierno Amadou BA* propone di basarsi su tre pilastri fondamentali:
1. Istruzione: è imperativo che i sistemi educativi africani siano adattati alle realtà locali. I giovani devono essere formati in campi che promuovano la loro integrazione nei settori promettenti del continente.
2. Imprenditorialità e innovazione: incoraggiare i giovani a investire in settori chiave come l’agricoltura, le energie rinnovabili e le nuove tecnologie è fondamentale per generare opportunità economiche locali.
3. Pace e stabilità: senza sicurezza e stabilità, non è possibile uno sviluppo sostenibile. Thierno Amadou BA ha chiesto governi responsabili e una coesistenza pacifica per creare un ambiente favorevole allo sviluppo dei giovani.
Il Califfo di Bambilor ha anche sottolineato il ruolo essenziale dei leader religiosi in questa trasformazione. Devono predicare la pace, la responsabilità e incoraggiare i giovani a credere nel futuro del loro continente piuttosto che lasciarsi sedurre dalle illusioni di una vita migliore all’estero.
Le tragedie umane legate alla migrazione illegale, in particolare nel Mediterraneo, sono diventate una realtà insopportabile. Thierno Amadou BA ha fatto appello alla consapevolezza collettiva e alla cooperazione tra governi, comunità e organizzazioni internazionali per porre fine a questo flagello.
Il Khalif ha concluso il suo discorso invitando gli africani a considerarsi costruttori del proprio futuro, a coltivare le proprie radici culturali e a valorizzare la propria identità. Ha chiesto la cooperazione economica con gli altri continenti, insistendo sulla necessità di creare società africane in cui i giovani scelgano di rimanere, non per obbligo, ma perché il loro futuro è lì.
Thierno Amadou BA ha anche ringraziato la comunità cristiana, rappresentata da padre Nicola Diéne, per il suo impegno nel dialogo interreligioso, che considera essenziale per la ricerca della pace e dello sviluppo in Africa. Il suo messaggio di collaborazione tra le religioni risuonava come un appello all’unità nella diversità.
In conclusione, Thierno Amadou BA ha elogiato l’impegno dei suoi collaboratori, in particolare Abdou Sylla e Marco Baratto, per la loro dedizione alla causa. Ha auspicato che questa conferenza segni l’inizio di un nuovo impegno collettivo per lo sviluppo del continente africano, basato sui valori della pace, della giustizia e della prosperità condivisa.
Il messaggio del Khalif di Bambilor, invocando lo sviluppo delle risorse africane e la riconciliazione dei giovani con l’Africa, risuona come un forte appello per una nuova era di sviluppo e di responsabilità condivisa nel continente.
Sakho Malick