La partecipazione del Marocco ai funerali di Papa Francesco con una delegazione di alto livello dal rappresenta un gesto di forte valore simbolico e politico, che si inserisce in una lunga e significativa tradizione di dialogo tra il Regno e la Santa Sede.
Il Capo del governo Aziz Akhannouch è arrivato venerdì sera nella capitale italiana per rappresentare Sua Maestà il Re Mohammed VI ai funerali di Papa Francesco. Ricevuto all’aeroporto militare di Ciampino dagli ambasciatori del Marocco e da un rappresentante del Vaticano.
Un legame che ha radici profonde e che, negli ultimi decenni, si è rafforzato, trovando uno dei suoi momenti più emblematici nella visita di Papa Francesco a Rabat nel 2019 , e nella firma della dichiarazione congiunta sulla Città Santa di Gerusalemme insieme a Sua Maestà Mohammed VI.
A 40 anni dalla storica visita di Giovanni Paolo II in Marocco nel 1985 , la prima di un Papa in un Paese a maggioranza musulmana, la presenza del Regno ai funerali del Pontefice argentino non è solo un omaggio alla figura di Francesco, ma anche la riaffermazione di una *prospettiva comune di pace, tolleranza e dialogo tra le fedi.
La dichiarazione firmata a Rabat da Papa Francesco e dal Re del Marocco sottolineava l’importanza di preservare Gerusalemme come patrimonio comune dell’umanità , città di convivenza e incontro tra ebrei, cristiani e musulmani. In un mondo segnato da conflitti religiosi e tensioni geopolitiche, quel gesto ha rappresentato un appello potente alla responsabilità morale e spirituale delle religioni.
Oggi, con la scomparsa di Papa Francesco, il Marocco si unisce al cordoglio universale con una delegazione ufficiale di altissimo profilo, confermando l’importanza che il Regno attribuisce al rapporto con il Vaticano. Una relazione che non è solo istituzionale, ma profondamente culturale e spirituale, come dimostrano anche le iniziative comuni in ambito educativo e caritativo.
Non va dimenticato, inoltre, che nel prossimo Conclave entrerà anche il cardinale Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat, nominato da Papa Francesco nel 2019. La sua presenza tra i cardinali elettori è un ulteriore segnale della fiducia del Pontefice nel contributo che le Chiese “di frontiera” possono offrire alla cattolicità e alla missione della Chiesa nel mondo.
Il Marocco, crocevia di civiltà e modello di Islam aperto e dialogante, continuerà ad essere un attore fondamentale nel promuovere la cultura dell’incontro, di cui Papa Francesco è stato infaticabile testimone.
In questo momento di passaggio e riflessione per la Chiesa universale, la presenza marocchina rappresenta una luce di continuità, di speranza e di fraternità.
Marco Baratto