l violento assalto della coppia dittatoriale di Daniel Ortega e Rosario Murillo è riuscito a decapitare istituzionalmente la diocesi di Matagalpa, che un tempo era la più numerosa per numero di sacerdoti e la più impegnata nel lavoro pastorale sotto la guida spirituale di monsignor Rolando Álvarez, ora bandito dalla coppia dittatoriale.
“È una diocesi che è stata totalmente decapitata perché tutte le sue autorità ecclesiastiche, a partire dal vescovo Álvarez, sono state espulse dal loro Paese verso l’estero, così che Ortega e Murillo sono responsabili di sabotare il lavoro pastorale della diocesi per portare la speranza e la parola di Dio per la salvezza delle anime”, dice il sacerdote in esilio.
Attualmente, nella ormai defunta diocesi di Matagalpa sono rimasti solo 10 sacerdoti diocesani e 6 religiosi.
“In breve, la diocesi è morta: i sacerdoti vivono come possono, svolgendo il loro lavoro pastorale. Non c’è modo, non c’è autorità ecclesiastica. La diocesi era in cammino verso il Sinodo, ma la repressione di Ortega e Murillo l’ha bloccata”, rivela il sacerdote.
In questo senso, sostiene che “al momento la diocesi di Matagalpa si trova in un ministero di emergenza e di sopravvivenza”.
Ortega e Murillo “sono come un uragano che distrugge tutto ciò che incontra”, confessa il sacerdote.
“Il sandinismo, Orteguiamo con i dittatori criminali di Rosario Murillo e Daniel Ortega insieme a tutta la loro struttura di potere è la cosa peggiore che sia accaduta al Nicaragua negli ultimi tempi dopo la notte buia degli anni ’80. Non so come la gente possa fidarsi di questi criminali che hanno promesso di non perseguitare più la Chiesa.
Non so come la gente possa fidarsi di questi criminali che hanno promesso di non perseguitare più la Chiesa, di non rubare più. Sono tornati peggio, sono stati come un uragano, come l’uragano Mich, che ha distrutto tutto quello che ha trovato sul suo cammino. Hanno distrutto il Paese, la Chiesa e tutte le istituzioni”, dice il sacerdote esiliato.
Un giorno la diocesi risorgerà, assicura il sacerdote.
“La Chiesa locale di Matagalpa Ortega e Murillo l’hanno sterminata, l’hanno piegata come tondini di ferro, ma non spezzata. Un giorno la diocesi risorgerà con maggiore splendore. Tornerà il sole come disse San Giovanni Paolo II in quella notte buia”, profetizza il sacerdote che ora vive in esilio, ma ‘con la fede che Dio è sempre con noi in mezzo alle prove e all’ostilità dei persecutori della Chiesa di Dio’.
Emiliano Chamorro