In seguito all’invasione della Polonia da parte della Germania nazista, nel Mandato Britannico della Palestina iniziarono le prime trattative per la creazione di una Brigata ebraica combattente.
L’allora presidente dell’Agenzia Ebraica e leader del partito socialista ebraico (Mapai), David Ben Gurion,
decise di schierarsi apertamente a favore del Regno Unito, nella lotta contro il Terzo Reich. A fronte di questo appoggio dichiarato, il primo ministro britannico Chamberlain, iniziò ad aprire un dialogo con i gli alti rappresentanti della causa ebraica, ciò permise a Weizmann, capo dell’Organizzazione Mondiale Sionista, di organizzare un censimento per arruolare gli ebrei nell’esercito britannico in Palestina, con l’intento di creare un corpo armato ebraico all’interno dell’esercito di Sua Maestà.
La prima chiamata ufficiale per il reclutamento degli ebrei nelle file dell’esercito britannico in Palestina
avvenne fra l’ottobre e il novembre del 1939, un primo nucleo formato da 685 ebrei entrò a far parte
dell’esercito britannico, anche se rilegati a un ruolo marginale.
Questi ebrei erano per lo più ebrei tedeschi, cecoslovacchi e polacchi che scelsero la Palestina per sfuggire alle persecuzioni antisemite che affliggevano l’Europa; nel dicembre del ’39 i volontari raggiunsero il numero di 1200 unità; l’elezione di Wiston Churchill nel maggio del ’40 e l’inesorabile avanzata della Wehrmacht, questi due fattori spinsero Weizmann a sollecitare Churchill verso la creazione di una Brigata ebraica.
Un drastico stop alla formazione di una Brigata ebraica combattente avvenne dopo l’ingresso in guerra
dell’Italia fascista al fianco del Terzo Reich.
Questo evento cambiò notevolmente l’aspetto della guerra, ora l’esercito britannico doveva fronteggiare due eserciti e non più uno.
Con la possibilità di un ampliamento del conflitto nel Mar Mediterraneo, Londra, decise di rafforzare la sua presenza militare nella zona, il che significava che gli ebrei di Palestina sarebbero stati chiamati a servire l’esercito in patria e non sul continente europeo come sperato. Nel 1941 s’intensificarono gli incontri di Weizmann e Ben Gurion nel tentativo di trovare un appoggio esterno alla causa sionista, il 1942 si rivela unanno chiave; infatti, il volontariato degli ebrei di Palestina all’intero dell’esercito britannico ilproprio picco in termini di numerici.
Nell’agosto del ’42, con le forze dell’Asse alle porte del Cairo, l’amministrazione britannica diede il via libera alla costituzione di un reggimento di fanteria composto da ebrei ed arabi dal nome Palestine Regiment.
In queste battute gioca un ruolo fondamentale il fronte africano, lo spettro dell’avanzata di Rommel spinse ancor di più l’amministrazione britannica a formare un corpo d’armata palestinese, che inizialmente doveva raggiungere le 10.000 unità ma che riuscì ad arrivare ad un massimo di 4.000; venne infine abbandonato, da parte degli ufficiali dell’esercito, anche il criterio di parità numerica tra arabi ed ebrei, in quanto gli ebrei
volontari erano un numero nettamente più alto e il bisogno di uomini in quei frangenti era molto alto.
Nell’ottobre del ’42 il generale Montgomery inizia l’offensiva decisiva per fermare l’avanzata italo-tedesca ad El Alamein, svolsero un ruolo chiave alcune compagnie di ebrei palestinesi, l’avanzata Alleata in Africa non si ferma all’Egitto, ma continua verso la Libia; Cirenaica e Tripoli vennero tutte liberate anche grazie a uni importante sforzo bellico degli ebrei all’interno del Royal Army Service.
Nell’estate del 1943 gli ebrei nelle file dell’esercito britannico erano ben 22.600; nel Palestine Regiment i
soldati ebrei erano la maggioranza, per questi ultimi l’impegno sul fronte africano significava l’essere ai
margini del conflitto, in quanto le forze dell’Asse, in Africa, erano ormai state sconfitte e i soldati ebrei del
Palestine Regiment, nutrivano la speranza di poter combattere in Europa.
Nell’estate del 1944 gli Alleati stanno risalendo la penisola italiana, e il 29 agosto di quello stesso anno, al
termine delle trattative, Wiston Churchill annuncia la creazione della Jewish Infantry Brigade Group.
Il 20 settembre del ’44 il War Office tramite un comunicato ufficializza la nascita della Brigata Ebraica.
Nel novembre 1944 la Brigata Ebraica sbarcò a Taranto, composta da circa 5.000 uomini facenti parte dell’VIII armata britannica, la maggior parte dei quali provenivano dal Mandato Britannico della Palestina. Il 26 febbraio del ’45 la Brigata Ebraica arrivò al fronte nei pressi di Ravenna e combatté al fianco delle truppe scozzesi, due giorni dopo Rimini venne liberata, tramite uno sforzo congiunto tra l’altro Brigata Ebraica e gruppi militari di polacchi e italiani.
Il 3 marzo nella città di Forlì, a pochi chilometri dalla città natale di Mussolini, la Brigata ebraica si trovò a
fronteggiare la Wehrmacht, il 5 marzo la Brigata raggiunse il settore di Alfonsine, l’obiettivo della Brigata era diventato quello di sfondare il fronte del fiume Senio e puntare alla liberazione di Imola, il 25 marzo i soldati della Brigata ebraica giunsero al fronte del Senio a sud di Faenza, la quale venne liberata.
Il 9 aprile iniziò l’offensiva della XV Armata intenta a creare una breccia nella Linea Gotica, ultimo baluardo di difesa delle forze Nazi-Fasciste; alla Brigata Ebraica fu affidato il compito di creare una testa di ponte al di là del fiume Senio, l’operazione si concluse con successo, e l’avanzata Alleata sì rivelò inarrestabile.
Con la liberazione dell’Italia la Brigata ebraica si impegnò nell’aiuto dei sopravvissuti ai campi di sterminio; il tentativo di ricostruire la comunità ebraica passò dall’allestimento di centri di raccolta, dove venivano distribuiti beni di prima necessità come cibo e indumenti, riaprendo scuole, centri di culto e luoghi di aggregazione.
Nel maggio ‘45 la Brigata Ebraica fu trasferita sul Tarvisio, lì venne offerto aiuto a tutti quegli ebrei sfuggiti
alle persecuzioni della Seconda Guerra Mondiale ai quali veniva offer a possibilità di raggiungere la Palestina,
le vie principali per raggiungere, il Mandato Britannico della Palestina, passavano da Napoli e La Spezia.
La traversata non era sempre agevole, infatti la Brigata Ebraica, nel tentativo di favorire l’immigrazione, decise di fornire documenti falsi e divise militari per eludere controlli.
Una volta percepite le azioni volte a favorire l’immigrazione in Palestina, le autorità britanniche decisero di
trasferire la Brigata Ebraica nel nord Europa, nel tentativo di limitare questo tipo di azioni.
Anche in città come Bruxelles e Amsterdam la Brigata non solo svolse un ruolo di liberazione ma anche di
centro organizzativo per l’assistenza ai profughi.
Mattia Preto
Mattia Preto membro del Comitato scientifico del museo della Brigata ebraica