IRAN : PRATICHE SUCCESSORIE DI REGIME

Lo spirito gattopardesco degli ayatollah

Le proteste in Iran del 2019-2020, a cui sono poi seguite quelle per la morte di Mahsa Amini, iniziate a Teheran il 16 settembre 2022 e terminate nel corso del 2023, sono il risultato di una controrivoluzione sostenuta essenzialmente dalle donne e dai più giovani. Uno scontro generazionale che ha un consenso diffuso anche tra gli addetti ai lavori del regime; il governo sa che questo livello di repressione non è sostenibile. La Repubblica Islamica è dunque instabile sotto la superficie e, nel medio termine, la rivoluzione popolare non è un’ipotesi cosi remota.

Non sarebbero altrimenti spiegabili le attenzioni del regime nel centellinare le notizie della scomparsa del presidente dell’Iran Ebrahim Raisi, con tempi e modalità da regime esperto di manipolazione, e, nella medesima circostanza, quelle della stessa Guida Suprema, che puntualizzava che la popolazione non si sarebbe dovuta preoccupare per il futuro del Paese e che l’amministrazione dello Stato sarebbe proceduta senza interruzioni. Alcuni analisti, peraltro, evidenziavano l’assoluta mancanza di emozioni espresse da Khamenei, contrariamente a quando veniva filmato, nel 2020, mentre piangeva per la morte della forza Quds Qasem Soleimani del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC).

Effettivamente, ci sono state alcune speculazioni sulla morte improvvisa di Raisi. Alcuni, infatti, sostengono che potrebbe essere stato assassinato per aprire la strada al figlio di Khamenei verso la leadership, malgrado le recenti rassicurazioni della stessa Guida Suprema di non volere l’investitura del figlio. Quest’ultimo da tempo mira a consolidare un gruppo coeso, conservatore e intransigente per la futura selezione della leadership attraverso le ampie squalifiche da parte del Consiglio dei Guardiani, compreso Rouhani, membro di lunga data dell’Assemblea degli Esperti.

Nonostante la partecipazione attiva della Guida Suprema agli eventi pubblici continui a limitare i timori dell’opinione pubblica sulla sua immediata capacità di guidare il Paese, le voci sulla salute riguardanti il leader 84enne sono continue, alimentando il clima d’incertezza.

Lo scenario appena evocato giustificherebbe il motivo per cui il presidente 63enne, il ministro degli Esteri Amir-Abdollahian e altri tre funzionari non stessero viaggiando con un volo di stato organizzato con l’utilizzo di un robusto elicottero Mi-17 (quello con cui viaggia il presidente della Federazione russa), ma con un Bell 212. Un elicottero indubbiamente ben riuscito e che la nostra Aeronautica Militare ha dismesso solo lo scorso febbraio, ma decisamente datato e mantenuto in un clima sanzionatorio internazionale particolarmente stringente, che limita la disponibilità di parti di ricambio che, pertanto, provengono esclusivamente da un mercato nero ben fornito, ma poco compatibile con la sicurezza del volo.

Non è un segreto che la flotta aerea dell’Aeronautica iraniana stia invecchiando, alcuni aerei hanno più di 40 anni e questo ha portato a diversi incidenti fra cui quello del 24 maggio 2022 che ha visto due Chengdu J-7 di costruzione cinese schiantarsi a est di Isfahan uccidendo i piloti o quello in cui un F-5F si è schiantato contro una scuola a Tabriz il 21 febbraio 2022, uccidendo sia l’equipaggio che una persona a terra e un altro F-5F si è schiantato vicino a Dezful, uccidendo entrambi i membri dell’equipaggio, il 1 giugno 2021.

In una simile scenario geopolitico e al fine di scongiurare una rivoluzione popolare, potremmo supporre uno sforzo della teocrazia sciita ad emulare una rivoluzione “dall’alto” analogamente a quella intrapresa da quasi un decennio da Faisal, Mohammad bin Salman nel suo regno saudita.

Se una simile circostanza fosse perseguibile, ci dovremmo chiedere se il figlio di Khamenei sia la guida più indicata per un’ardita iniziativa come quella di traghettare l’Iran verso una teocrazia dal volto più umano. Gli elementi a nostra disposizione ci fanno propendere per un no.

Nel merito, Mojtaba si unì al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) a diciassette anni e combatté nella sanguinosa guerra Iran-Iraq durata otto anni come effettivo della 27a Divisione Mohammad Rasulullah, un’unità notoriamente ideologica. Questo contingente è stato fondato da Ahmad Motevaselian dell’IRGC, un individuo profondamente antisemita e uno dei fondatori dell’Hezbollah libanese. Sotto il comando di Mohammad Kowsari, Mojtaba combatté come parte del battaglione Habib, composto dagli islamici di destra più radicali, la maggior parte dei quali avrebbe poi costituito il nucleo degli organi di sicurezza e di intelligence del regime.

Nel 1999, Mojtaba iniziò i suoi tradizionali studi clericali presso il seminario profondamente conservatore a Qom sotto la supervisione dei religiosi più estremisti, come l’Ayatollah Mohammad Taqi Mesbah-Yazdi, che nel 2002, emise una fatwa chiedendo l’uccisione di giovani iraniani che promuovevano l'”immoralità occidentale” e avevano relazioni extraconiugali, cosa che provocò una serie di omicidi da parte del braccio paramilitare dell’IRGC, i Basij, nel provincia di Kerman.

Mojtaba guidò la manipolazione elettorale delle elezioni presidenziali del 2005 a favore del membro intransigente dei Basij Mahmoud Ahmadinejad. Da allora, con il pieno appoggio di suo padre, Mojtaba è emerso come l’uomo dietro le quinte che controlla l’Ufficio della Guida Suprema, con un forte coinvolgimento nel processo decisionale in tutta la Repubblica Islamica.

Le visioni radicali della Guida suprema in erba è la frequentazione di quei religiosi estremisti e i loro seguaci militanti che sono stati in prima linea nella brutale e violenta repressione contro la liberalizzazione culturale e sociale della popolazione iraniana che sono anche i principali sostenitori della dottrina militaristica radicale del Mahdismo.

L’Assemblea degli Esperti, incaricata costituzionalmente di eleggere il successore della Guida Suprema, è stata spesso criticata per la sua mancanza di controllo su Khamenei. L’incombente processo di selezione acquista ulteriore gravità data l’età avanzata di Khamenei, con figure importanti come Hassan Rouhani che sottolineano il ruolo critico della prossima assemblea. Le ampie squalifiche da parte del Consiglio dei Guardiani, compreso Rouhani, membro di lunga data dell’Assemblea degli Esperti, sembrano mirate a consolidare un gruppo coeso conservatore o intransigente per la futura selezione della leadership.

In politica estera, l’Iran ha cercato con ogni mezzo di celare la sua debolezza interna spostando l’attenzione dell’opinione pubblica al di fuori delle sue frontiere, analogamente a quanto ha fatto il presidente Putin, sempre cercando di calibrare la pressione sugli Stati Uniti e su Israele in modo da non provocare una conflagrazione regionale.

Emblematico il suo intervento contro Israele del 13 aprile 2024, in cui il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), in collaborazione con il gruppo libanese Hezbollah e gli Houthi yemeniti, ha lanciato attacchi contro Israele utilizzando droni, missili cruise e missili balistici in una dimostrazione di inefficienza e improvvisazione (il 99% dei droni e dei missili sono stati distrutti, la maggior parte prima di entrare nello spazio aereo israeliano).

La politica avventata regionale iraniana, inoltre, ha lanciato alcuni missili, apparentemente con l’obiettivo di colpire due basi del gruppo sunnita Jaish al Adl, che opera al confine tra Iran e Pakistan e che viene considerato terroristico; la reazione della potenza nucleare pachistana, che ha reagito all’interno dell’Iran, prendendo di mira i dissidenti Baluchi, e mostrando, se ce ne fosse ancora stato bisogno, le evidenti vulnerabilità dell’Iran.

 Giovanni Ramunno

Giovanni Ramunno è nato a Treviso, Italia,  Ha trascorso i suoi primi 6 anni a Washington D.C .Diplomato a Treviso, ha frequentato i corsi presso l’Accademia Militare ed è stato promosso ufficiale dell’Esercito italiano. Per trentacinque anni ha servito in Italia e all’estero come pilota di elicottero e addetto stampa. Ha operato con la NATO, UE e ONU in Bosnia, Croazia, FYROM, Kosovo, Montenegro, Iraq, Libano, Serbia.

Di wp

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