I movimenti di autodeterminazione dei popoli , possono essere divisi in due grandi “famiglie” quelli strumentali e quelli reali . I primi sono creati in modo artificiale, per destabilizzare, attraverso movimenti secessionisti la stabilità di una Nazione .
Quelli invece, da me chiamati “reali” si basano su presupposti storico/culturali e spesso sorgono in Nazioni che nei fatti sono costruzioni artificiali della politica estera o coloniale .
Esempio del primo, è quello della pretesa indipendenza del Sud del Marocco, un conflitto artificiale , sostenuto da forze esterne con fini di creare problematiche al Marocco. Uno pseudo conflitto che non ha ragione di essere sul piano etnico, sul piano storico e su quello culturale.
I movimenti di autodeterminazione “reali” sono quelli della Cabilia , che negli scorsi giorni, in concomitanza con la ricorrenza della “primavera berbera” ha dichiarato la propria indipendenza
L’Autonomia della Cabilia, oggi rivendicata sotto forma di indipendenza, dall’Algeria basa su presupposti storici inconfutabili.
La cabilia, non solo è una regione storicamente ben definita, ma anche sotto il profilo culturale può vantare una omogeneità che non si riscontra in altre zone dell’Algeria. Infatti, La regione si caratterizza per la composizione etno-linguistica della sua popolazione, per la stragrande maggioranza di etnia Amazigh e di lingua Amazigh cabila.
Di questa specificità è culturale se ne resero conto persino le autorità coloniale , tanto che nel 1844 il Ministero della Guerra francese, pubblicò il primo il primo dizionario di cabilo. Questo strumento linguistico era indispensabile visto che, fino al 1857 l’intera regione non solo era ancora dipendente dalla Francia ( a differenza del resto dell’attuale Algeria) e disponeva anche di una propria formazione statale.
Anche prima dei francesi, mentre l’Algeria era sotto dominazione Ottomana ,
Cabilia, non solo si mantenne sostanzialmente indipendente, ma diede anche vita a veri e propri regni come quello di Kuku o quello degli At Abbas. Mentre, come ho detto quello che è oggi lo Stato Algerino era una delle tante provincie legate alla Sublime Porta, e come tale doveva pagare le imposte a Istambul .
La stessa rivoluzione che portò alla nascita dell’attuale Algeria, nel 1962, ebbe nei cabili, dei valorosi combattenti . L’appoggio dei cabili all’indipendenza dell’Algeria non è in contrasto con la loro voglia di riconquistare la sovranità nazionale di un proprio stato. Infatti, i patrioti cabili , speravano che la nuova Algeria , riconoscesse la peculiarità della regione , magari attraverso forme di elevata autonomia territoriale
Questo purtroppo non accadde come dimostra il fatto che la cattedra di lingua Amazigh all’Università di Algeri, istituita nel 1880 venne chiusa proprio pochi mesi dopo l’indipendenza dell’Algeria.
Se l’Algeria vuole essere fedele ai suoi valori fondanti, dovrebbe dare libertà al popolo della Cabilia, attraverso un processo di autodeterminazione guidata, sul modello già sperimentato in Cecoslavacchia dove due popoli, con lingua e cultura diverse sono arrivati ad un accordo di consensuale separazione dopo anni convivenza forzata
Marco Baratto
Marco Baratto, laureato in legge presso l’Università Cattolica , si interessa di dialogo tra le religione, membro della “Fraternité d’Abraham” e collabora alla realizzazione di diversi momenti di approfondimento del dialogo inter religioso