Elezioni Presidenziali in Russia, il trionfo di Putin. Una testimonianza diretta- analisi del voto (seconda parte )

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Apr 6, 2024 #Russia

La vittoria di Putin

L’enorme consenso popolare verso Putin, prevedibile, ha riconfermato un ulteriore mandato del
presidente russo in carica. Chi da noi critica questo risultato dovrebbe innanzitutto fare un confronto
con le nostre votazioni nostrane dove di solito la più alta componente non è data né dalla coalizione
di destra, né di sinistra, ma da coloro che nemmeno vanno più a votare, consapevoli che in Italia,
destra o sinistra che vinca chi decide non si trova certo a Roma. Se in Italia chi vota sceglie il meno
peggio, ebbene in Russia chi vota punta sul migliore.
Ma perché i russi non dovrebbero votare Putin? In base a quali parametri dovrebbero giudicare
negativi gli anni dei suoi mandati presidenziali? Chi ha portato il benessere in Russia? Chi da noi
critica questa scelta – mi chiedo – è mai stato in Russia in questi ultimi anni? Ha mai visto l’enorme
sviluppo che coinvolge l’intero paese? Vede o non vede il costante aumento di ricchezza tra la
popolazione russa?
Io ricordo benissimo com’era ridotta la Russia durante il periodo di Eltsin, il paese venne umiliato,
massacrato dalle politiche neoliberiste: la povertà, la miseria, le vittime.. L’intero collasso di un
paese insieme alla sua dignità. Ero in Russia e ho dei ricordi indelebili di quel periodo, che neanche
farlo apposta l’Occidente elogiava come esempio di libertà e democrazia. Chi da noi critica questo
risultato nemmeno ha l’onestà di riconoscere questo dato storico e questo merito del presidente
Putin.
Tuttavia la questione al di là del carisma di Putin è la consapevolezza da parte della popolazione
russa, dei pericoli che la Russia sta correndo in questo momento:

  • nei salotti politici europei si parla di smembramento della Russia,
  • la NATO preme sui confini della Russia,
  • l’Ucraina – ormai una mera creatura NATO-Occidentale – ha deciso di escludere ogni tavolo di
    trattative con la Russia,
  • alcuni paesi europei, Francia in testa, ipotizzano interventi diretti militari in Ucraina contro
    l’Esercito Russo con l’evidente possibilità di un’immediata escalation anche di tipo nucleare.
    Ebbene che cosa dovrebbe fare il popolo russo se non farsi scudo ed unirsi al suo presidente!
    I russi hanno capito che ora devono lottare per la propria sopravvivenza, la minaccia è
    esistenziale, hanno capito che la loro patria è sotto attacco non solo militarmente, ma anche
    culturalmente, spiritualmente, dove la sua storia, i suoi valori, la sua cultura sono l’obiettivo
    prioritario del nuovo ordine mondiale occidentale.
    I russi hanno premiato Putin perché sanno che il loro presidente si è opposto fin dall’inizio a tutto
    questo, perciò lo sostengono e lo riconfermano alla guida del paese, “il più grande paese del
    mondo”.
    Allontanamento dall’Occidente
    Con questo risultato elettorale, la Russia ha scelto un percorso di sviluppo indipendente e sovrano,
    sul quale si aspetta pace e prosperità. Dal 15 al 17 marzo decine di milioni di persone all’unisono
    hanno mandato un messaggio chiarissimo all’Occidente collettivo: “non interferire con noi, nessuno
    qui ti vuole, la tua influenza neocoloniale è finita, la tua azione di propaganda dei “valori
    occidentali” non funziona più, la tua forza militare si sta letteralmente impantanando nei campi del
    Donbass, nessuno ti crede, fuori! Ci affidiamo al nostro Comandante in Capo Supremo, faremo ciò
    che bisognerà fare”.
    Ma, in ultima analisi, perché i russi dovrebbero mai essere attratti dal modello occidentale: crisi,
    povertà, degrado e delinquenza sempre più diffuse soprattutto nelle grandi città, doppi standard ec..
    Vladimir Putin in questi anni, al contrario, ha portato avanti l’idea di patria, di comunità, di famiglia
    di rispetto dei valori tradizionali, in altre parole tutto ciò che il modello Occidentale sta togliendo a
    noi e vorrebbe togliere anche ai russi.
    Ci sarebbe da fare un preciso discorso politico sulla protezione dei fondamenti democratici
    basilari e sulla loro usurpazione da parte dell’Occidente per raggiungere i suoi obiettivi
    neocoloniali.

Osserviamo l’incoerenza della politica dei paesi occidentali, quando, al di fuori dei fondamenti
della democrazia, prevedono di non riconoscere i risultati delle elezioni, in questo caso della Russia.
Questo rappresenta un esempio di rinuncia delle norme democratiche da parte della leadership degli
USA, della Gran Bretagna e della UE. Si tratta della deriva di una parte delle élite politiche
occidentali sotto la bandiera della libertà democratica verso interessi egoistici di gruppi finanziari
transnazionali con l’aggiunta di elementi di autoritarismo, d’impianto ideologico neoliberista e di
valori non tradizionali nella società.
L’Occidente lavora con elementi marginali, come quando in Russia puntava su Navalny,
nemmeno lavora con la reale opposizione politica del paese, poiché per l’Occidente la questione
principale, ovviamente, non è sostenere i valori democratici, ma innanzitutto lottare contro la Russia
vista come nemico geopolitico.
Le persone su cui puntano i paesi occidentali sono, per impostazione predefinita, contrarie al
regime costituzionale della Federazione Russa, così come a qualsiasi altro governo, se non coerente
ai loro giudizi politici.
I tentativi degli attivisti anti-russi di formare una realtà storica alternativa e la falsificazione dei
concetti ideologici di base dimostrano inoltre il basso livello culturale e formativo dei personaggi
occidentali che puntano su di loro; la volontà politica dell’opposizione non sistemica russa è dettata
da calcoli di natura economica, su cui scommettono i loro sponsor occidentali. L’Occidente, inoltre,
non è selettivo nei metodi d’implementazione dei propri interessi geopolitici, in quanto si avvale
dell’aiuto di individui pressoché ignorati all’interno del loro stesso Paese.
I tentativi occidentali di non riconoscere il voto
Il Presidente dell’APCE ha già dichiarato “Non riconosciamo la legittimità di Putin come
presidente” [1] , sulla stessa linea il Ppe ha invitato i ministri degli Affari esteri riuniti a Bruxelles a
dichiarare ufficialmente le elezioni presidenziali prive di legittimità [2] . Queste posizioni non tengono
affatto in considerazione la volontà popolare, rappresentano un attacco non semplicemente contro il
leader russo, ma contro tutto il popolo russo che con le percentuali da record elencate ha deciso di
unirsi al suo presidente.
In altre parole, all’intero enorme popolo russo è stato detto con la solita insolenza e presunzione di
superiorità occidentale che la loro volontà per l’Occidente non significava nulla. Lo schema,
paradossale, è ben noto: la democrazia è salva e il voto è riconosciuto valido solo se a vincere è un
candidato benvoluto delle élite globaliste, finanziare, occidentali, nel caso contrario la volontà
popolare vale zero.
Se l’Occidente fosse così disposto a promuovere e a difendere con abnegazione la democrazia,
allora dovrebbe: in primo luogo difenderla all’interno dei propri paesi dove, invece, i vari governi
sono impegnati in politiche sempre più liberticide verso i propri cittadini, in secondo luogo portarne
almeno un pizzico al suo pupillo – l’Ucraina, paese che si definisce democratico e filo occidentale
ma dove in realtà è vietata ogni forma di dissenso, dove non esiste pluralismo, libertà di parola,
dove addirittura la chiesa canonica ortodossa è perseguitata, ma nel caso ucraino col solito sistema
dei doppi standard – va tutto bene.
In ultima analisi se dal carrozzone occidentale osserviamo queste reazioni isteriche e dispettose,
significa che Putin e la Russia sono sulla strada giusta!
Più l’Occidente continuerà su questa strada di presunta superiorità, più continuerà ad isolarsi dal
resto del mondo. In questo evento elettorale in Russia c’erano rappresentanti provenienti da tutti i
continenti. Nella sede Commissione Centrale Elettorale ho osservato africani, arabi, asiatici,
sudamericani. Piaccia o non piaccia all’Occidente, l’approccio multipolare al mondo che la Russia
sta promuovendo è già una realtà.

Eliseo Bertolasi

Eliseo Bertolasi, dottore di ricerca in antropologia culturale, russista, analista di geopolitica per «Vision e Global Trends», iscritto a «Stampa Estera»


[1] https://www.coe.int/it/web/portal/-/presidential-election-in-russia-let-s-not-recognise-putin-s-
legitimacy-as-president-pace-president-says

[2] https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/03/18/ppe-ue-dichiari-che-putin-non-e-un-
presidente-legittimo_eae29784-162c-420d-865e-caedb41125db.html

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