Ho avuto il privilegio di ricevere l’invito direttamente dalla Commissione Centrale Elettorale
(Tsentral’naya Izbiratel’naya Komissiya) che si trova a Mosca. È stata un esperienza professionale
molto stimolante, poiché nelle tre giornate delle votazioni 15 – 16 – 17 marzo, spesso mi trovavo
nel cuore dell’evento – nella sede della Commissione Sui monitor era possibile in tempo reale
seguire prima la percentuale di afflusso ai seggi e poi il conteggio dei voti. Ogni monitor
corrispondeva a uno degli 89 soggetti federali della Federazione russa, compresi i nuovi territori del
Donbass e la Crimea.
Al primo posto si è classificato il capo di stato Vladimir Putin, che ha ottenuto l’87,28 % dei
voti; al secondo posto si è classificato il candidato del KPRF (Partito Comunista della Federazione
Russa) Nikolaj Kharitonov, con il 4,31 % dei voti; al terzo posto si è classificato il candidato del partito “Persone nuove” Vladislav Davankov con il 3,85 % dei voti; al quarto posto, si è classificato il candidato del LDPR (Partito Liberal Democratico della Russia) Leonid Slutskij con il 3,20 % dei voti.
Come dichiarato da Ella Pamfilova, quasi 76 milioni di elettori hanno votato per Putin. Questa
cifra rappresenta un record. Anche l’affluenza alle elezioni pari a oltre il 77,4 % rappresenta in
Russia un record.
Per la prima volta le elezioni si sono svolte nell’arco di tre giorni ed è stato inoltre utilizzato il
voto elettronico a distanza, disponibile in circa un terzo delle regioni del Paese.
Come osservatore ho visitato seggi elettorali, sia a Mosca, sia nella città di Zarajsk situata 160 km
a sudest della capitale. Io non ho riscontrato nessuna anomalia, nessuna violazione del diritto dei
cittadini russi di esprimere con libertà la loro preferenza. Mi sono mosso liberamente nei seggi, ho
fotografato, filmato, avendo la padronanza del russo ho parlato direttamente sia col personale
impiegato ai seggi, sia con le persone che si recavano a votare. Nessuno mi ha mai posto dei veti!
Non capisco perché in occidente abbiano parlato di costrizioni! Forse, tali “opinionisti” prima di
proferire e sentenziare dovrebbero recarsi sul posto vedere e poi parlare!
Nei seggi c’era la possibilità di votare sia in modo tradizionale con la scheda cartacea, oppure in
modo elettronico attraverso appositi terminali. Ho visto votare donne con a seguito i propri bambini,
se ci fosse stata un’aria di minaccia di certo sarebbero rimaste a casa.
L’evento elettorale non si concludeva con la votazione al seggio, fuori decisamente c’era un aria
di festa. A Zarajsk ad esempio veniva offerto te caldo e blinciki , ragazze in costume tradizionale si
esibivano in danze e canti. Tutti comportamenti ben lontani da un clima di costrizione o di
minaccia!
Eliseo Bertolasi
Eliseo Bertolasi, dottore di ricerca in antropologia culturale, russista, analista di geopolitica per «Vision e Global Trends», iscritto a «Stampa Estera»