L’Intesa con l’islam un modo per evitare polemiche e problemi agli alunni di fede musulmana

Nella polemica poltica recente, è emerso il cosi detto “Caso Pioltello” . Con questo termine è diventato, per usare un termine moderno “virale” , la questione è nata con la decisione del Consiglio di Istituo ” Iqbal Masih ” di Pioltello (Milano) che ha stabilito  la chiusura per il 10 aprile in occasione della festa per la fine del Ramadan.

La  ha decisione del Consiglio di istituto, con voto unanime, è stata presa dopo aver revisionato la delibera per la sospensione delle lezioni, dichiarata irregolare dall’ufficio scolastico regionale. 

Il fatto ha scatenato la polemica politica , la solita tempesta , usata da entrambe le parti con scopo puramente elettorale e senza andare alla soluzione del problema. 

Entrambi gli schieramenti politici hanno preso una posizione squisitamente politica, alimentando un dibattito per alcuni giorni ma senza fornire soluzioni. Eppure, la questione sarebbe a portata di mano e situazioni come quella di Pioltello sarebbe superate. Unico ostacolo la mancata intesa con l’Islam in Italia.

Perchè affermo che , un’intesa eviterebbe situazione come quella di Pioltello? . La risposta , la troviamo proprio dagli accordi già stipulati con le confessioni diverse dal cattolicesimo.

A titolo di esempio cito l’ultima , in ordine di tempo, intesa stipulata, ovvero quella con la Chiesa d’Inghilterra in Italia.

L’Articolo 8 di quella intesa , prevede che : ” Ai fedeli della Chiesa d’Inghilterra in Italia dipendenti da enti pubblici o privati, o che esercitano attività autonoma, è assicurato il diritto di astenersi dall’attività lavorativa, nel quadro della flessibilità dell’organizzazione del lavoro, nel giorno del Venerdì Santo, con l’obbligo di recupero delle relative ore lavorative e senza diritto ad alcun compenso straordinario.  Nella giornata del Venerdì Santo si considera giustificata l’assenza dalla scuola degli alunni appartenenti alla Chiesa d’Inghilterra su richiesta di loro stessi se maggiorenni o di coloro cui compete la responsabilità genitoriale”

Questo articolo, mutato per quanto deve essere mutato, è presente anche negli altri accordi tra Stato e confessioni religiose . A titolo puramente di esempio esempio cito l’ Intesa con gli Ortodossi (Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli) ai cui fedeli è riconosciuto ”  il diritto di astenersi dall’attività lavorativa nelle seguenti grandi festività religiose: Circoncisione del Signore, Santa Teofania, Sabato Santo, Domenica della Santa Pasqua, Domenica della Pentecoste, Dormizione della Madre di Dio, Natale del Signore e Sinassi della Madre di Dio, con obbligo di recupero delle relative ore lavorative e senza diritto ad alcun compenso straordinario.”

L’obbiezione che mi potrebbe essere fatta è che l’Islam in Italia , non “parla con una voce unica” .

Credo questa una tesi sbalgiata ed un’approccio non corretto. Infatti, nessuno ha chiesto alle confessioni cristiane diverse dal cattolicesimo di avere un unico rappresentante e nonostante questa mancanza di un soggetto unitario si è procueduto a stipulare singole intese con singole relatà cristiane . Cosa impedirebbe di sottoscrivere singole intese con le tante voce dell’ Islam in Italia?

Gli unici paletti che il legislatore potrebbe mettere sono poche ma semplici: la prima che le associazioni islamiche , con le quali procedere alla stipula delle singole intese , si impegnino a rispetto dei valori della Costituione , in particolare all’art 7 , nella  parte in cui si afferma che ” non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano” . Che chi guida la preghiera , sia persona debitamente formata . E proprio su questo punto voglio richiamare a titolo di esempio quanto prevede l’ intesa con i Luterani , dove si specifica che la Chiesa (Luterana ) ” rilascia apposita certificazione della qualifica di pastore, diacono o presbiterio.” . 

Se chiedessimo alle sincole associazioni islamiche che vogliono l’intesa con lo Stato , una certificazione della qualifica di Imam , predicatore o predicatrice , rialsciata da Isituti garantiti dagli Stati nazionali , penso solo a titolo di esmpio all’ istituto Mohammed  VI  che ha proprio come funzione quella di formare, anche sotto il profilo giurdico coloro che possono guidare la preghiera sarebbe un passo importante. 

Questo riconoscimento, anche giurdico, eviterebbe la strumentalizzazione della “questione islamica” da entrambe le fazioni politiche . Strumentalizzazione che non fa bene alla Nazione e non fa bene agli italiani di fede musslmana, non fa bene al fatto che l’Islam è da sempre parte costitutiva della cultura italiana.

Marco Baratto

Marco Baratto, laureato in legge presso l’Università Cattolica , si interessa di dialogo tra le religione, membro della “Fraternité d’Abraham” e collabora alla realizzazione di diversi momenti di approfondimento del dialogo inter religios

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